La conosciamo tutti la fiaba di Biancaneve?
Diventata per la Disney “ Biancaneve ed i sette nani ”, la fiaba narra le disavventure di una bambina odiata dalla sua matrigna a causa della sua bellezza.
Ma quante versioni esistono di questa fiaba?
Il primo racconto di Biancaneve lo troviamo nel libro dei fratelli Grimm Kinder- und Hausmärchen del 1812. Come tutte le storie della prima edizione dell’antologia dei Grimm è nuda e cruda, a tratti spietata.
La fiaba del 1812 racconta, in breve…
La madre di Biancaneve dopo essersi punta un dito sogna di avere una bambina bianca come la neve, nera come l’ebano, con le labbra rosse come il sangue. Rimane quindi incinta e partorisce una bambina. La mamma non muore, ma diventa gelosa di sua figlia. Quando la bambina compie sette anni, chiede a un cacciatore di ucciderla e di portarle polmone e fegato, per cucinarli con sale e pepe. Il cacciatore, impietosito, non uccide la bambina ma un cinghiale e Biancaneve si rifugia nel bosco dove viene accolta dai sette nani.
La madre di Biancaneve scopre l’inganno e camuffata da vecchia merciaia, si reca presso la casetta nei boschi con l’intento di regalare alla bambina un pettine avvelenato. Il tentativo è sventato dai nani che sfilano il pettine dai capelli della bambina.
Al secondo tentativo Biancaneve cade nel tranello: mangia la mela avvelenata e giace a terra come morta. Quando i nani la trovano pensano che sia troppo bella per seppellirla, così la mettono in una bara di cristallo con inciso il nome della bambina in lettere d’argento, e la tengono in casa “per molto, molto, molto tempo”. Il principe, passando di lì, si innamora perdutamente del cadavere e lo chiede in dono ai nani. A causa dell’insistenza del principe i nani cedono e donano il corpo di Biancaneve.
Il principe può così guardare Biancaneve ogni volta che lo desidera. I servi del principe, stanchi di portare la bara di cristallo su e giù per il castello, in un momento di rabbia, strattonano il cadavere. Dalla bocca della bambina viene fuori il pezzetto di mela avvelenata che aveva ancora in gola e torna in vita.
Vengono organizzate subito le nozze tra Biancaneve ed il principe alle quali viene invitata anche la madre di Biancaneve. La donna però è costretta a ballare con ai piedi degli scarponi di ferro incandescente fin quando non muore.
Nel 1819 gli stessi Grimm modificano alcune parti della storia rendendola meno cruenta.
Le principali differenze riguardano:
la madre di Biancaneve muore ed al suo posto subentra la matrigna cattiva; la regina cattiva chiede al cacciatore cuore e fegato della bambina non per mangiarli ma “solo” per provare la sua morte; la matrigna prima di riuscire ad uccidere Biancaneve con l’inganno della mela avvelenata ci prova prima con un nastro per capelli che usa per stringerle la vita e toglierle il fiato e poi con un pettine avvelenato; le lettere della bara di Biancaneve non sono più in argento ma in oro; il principe chiede il cadavere di Biancaneve ai nani ma mentre portano il suo corpo al castello, un servitore inciampa facendo cadere la bara. Biancaneve quindi sputa il pezzetto di mela avvelenata e torna in vita.
Qui la storia completa tradotta in italiano.
Prima di passare alla versione della Walt Disney cerchiamo di capire se Biancaneve o meglio Schneewittchen sia esistita davvero.
La città di Lohr, in Bassa Franconia, sostiene che la favola di Schneewittchen sia nata lì. Ed è proprio da questa località che sono iniziate le ricerche di diversi studiosi per capire qual è la vera storia che si nasconde dietro la leggenda. Tra le tante, vi racconteremo la teoria del ricercatore Karl-Heinz Barthels secondo il quale Biancaneve sarebbe stata in realtà Maria Sophia Margaretha Catharina von Erthal, nata a Lohr nel 1725 e figlia di un importante magistrato e rappresentante del Principe Elettore tedesco.
La prima assonanza con la storia dei Grimm la ritroviamo nel fatto che la ragazza aveva perso la madre in età giovanile e suo padre si era risposato. La matrigna, Claudia Elisabeth von Reichenstein, aveva usato la sua nuova posizione sociale per favorire i suoi figli, a scapito di Biancaneve.
Questa sarebbe stata addirittura costretta a lasciare il palazzo per vivere nei boschi lì attorno; nella zona, peraltro, erano presenti molte miniere, nelle quali, data la ristrettezza dei cunicoli, lavoravano persone di statura molto bassa o addirittura bambini: da questo elemento sarebbero derivati i sette nani. La ragazza morì pochi anni dopo; probabilmente l’avversione dei suoi concittadini per la matrigna inasprì la figura di quest’ultima a vantaggio di Maria Sophia, dipinta come una martire; la sua storia venne tramandata oralmente in forme simili a quella poi raccolta dai Grimm, che attualmente conosciamo.
Il castello dei von Erthal è tuttora un’attrazione turistica, e ai visitatori viene mostrato il cosiddetto “specchio parlante”, che il padre di Maria Sophia avrebbe regalato alla matrigna: si tratta di un giocattolo acustico in voga nel ‘700, in grado di registrare e riprodurre le frasi pronunciate da chi si specchiava. Esso sarebbe alla base dello Specchio Magico della matrigna.
Arriviamo nel 1937 con il primo lungometraggio d’animazione prodotto dalla Walt Disney: Biancaneve ed i 7 nani.
Qui viene introdotto per la prima volta “il bacio del vero amore”, l’unica forza così potente da poter sconfiggere anche la morte. La storia parla di un’orfana vittima dell’invidia della propria matrigna costretta a scappare nel bosco per evitare di essere uccisa dalla regina. Qui incontra i nani che l’accolgono nella loro casetta. Ben presto la regina scopre dove la ragazza è nascosta e travestita da anziana le porge una mela avvelenata. Biancaneve la mangia e muore. I nani la ripongono in una bara di cristallo e vegliano il corpo. La notizia della morte di Biancaneve arriva all’orecchio del principe che decide di recarsi presso la sua bara per darle un ultimo saluto… sappiamo poi come va a finire!
Le versioni di questa fiaba non si esauriscono solo con le storie dei fratelli Grimm e con il racconto Disney. La televisione ed il cinema hanno reinventato più volte le avventure di Biancaneve. Basta pensare a Biancanev e gli 007 nani, C’era una volta, Biancanev ed il cacciatore.
E voi? Avete mai pensato di reinterpretare la fiaba di Biancaneve? Se ti interessa lo Storytelling, l’arte di raccontare una storia, continua a leggere.