Come parlare ai bambini del delicato tema della violenza sulle donne ?
La violenza sulle le donne è un tema molto delicato e difficile da affrontare con i bambini. Le difficoltà maggiori derivano dal fatto che purtroppo i bambini sono spesso spettatori inermi di violenza domestica.
Un po’ di dati
Sul sito dell’ISTAT troviamo dati preoccupanti circa questo fenomeno. Sembra, infatti, che il 31,5 % delle donne italiane sia stata vittima di violenza.
Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%)
fonte ISTAT
I diversi tipi di violenza sulle donne
Oltre alla violenza fisica o sessuale le donne con un partner subiscono anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia. Altro fenomeno che rientra appieno tra i diversi tipi di violenza è quello dello stalking.
La violenza sulle donne raccontata ai bambini
Fatta questa premessa e visti un po’ di numeri, è facile intuire quanto sia alta la probabilità che un bambino viva in famiglia il problema della violenza (cosiddetta violenza assistita) per cui è necessario parlarne con le dovute precauzioni. Oltre a parlare della violenza sulle donne in modo diretto, è possibile agire in 2 modi: 1. Attivare laboratori esperienziali o percorsi educativi e formativi in cui vengono abbattuti gli stereotipi di genere; 2. Stringere collaborazioni con organi di polizia, i servizi sociali e le associazioni del territorio di riferimento. Oltre a parlare di violenza, infatti, è importante spiegare come si può reagire.
Il fumetto come metodologia didattica
Nel nostro caso abbiamo utilizzato il nostro progetto comic@school per parlare ai bambini di questo problema utilizzando il fumetto. Nello specifico abbiamo utilizzato il format Justice…in time, il fumetto che parla di giustizia e legalità. Dopo un breve brainstorming su cosa significasse per loro la violenza sulle donne abbiamo capito come i bambini fossero già a conoscenza di questo fenomeno. Ovviamente il loro primo pensiero va a schiaffi, pugni, spintoni, etc… e quindi alla violenza fisica. Abbiamo quindi spiegato che la violenza non è solo fisica ma anche psicologica e che si manifesta in tutti quei comportamenti che limitano la libertà di una donna o la sua privacy (come ad esempio imporre come si deve vestire/truccare o controllare dove va e chi le scrive messaggi sul cellulare).
La realizzazione dei fumetti
Superata la fase di brainstorming e di discussione, abbiamo diviso gli alunni in tre gruppi e abbiamo mostrato delle slide per spiegare quali sono le basi per raccontare una storia in modo corretto: parliamo di storytelling. Abbiamo poi spiegato che per realizzare un fumetto sono necessarie diverse competenze e quindi all’interno di ogni gruppo i bambini si sono candidati per il ruolo di writer, penciler, colorist, inker, etc… Dopo, con degli esempi, abbiamo fatto vedere come si impagina una tavola di fumetto. Hanno poi realizzato una bozza della storia sui loro quaderni ed infine hanno disegnato e colorato su alcuni fogli A4 le loro storie.
Il risultato finale
Al termine del percorso di 30 ore gli alunni hanno realizzato tre fumetti che sono stati scansionati e resi sfogliabili on-line.
Li trovate tutti su questo padlet.
Gli alunni hanno poi realizzato un cartellone finale che li ha aiutati nella presentazione del loro lavoro a docenti e genitori.