Cos’è il LEGO® Serious Play®?
Il metodo LEGO® Serious Play® è un approccio generalmente utilizzato nelle aziende che serve a facilitare il dialogo, la comunicazione e il problem solving attraverso l’utilizzo della manualità e della creatività. Questo processo è guidato da un facilitatore, colui che deve permettere ai partecipanti di arrivare all’obiettivo prefissato.
Cosa fa il facilitatore
Egli innanzitutto lancia una sfida, cioè pone una domanda specifica e pre-fissata in base allo scopo del workshop a cui tutti i partecipanti devono rispondere creando un modellino con i bricks, i tipici mattoncini della Lego®. Oltre a incoraggiare la partecipazione e l’inclusività, un altro scopo di questa metodologia è quello di insegnare a concretizzare le proprie idee e a parlare di ciò che viene creato. Infatti la fase successiva consiste nel far raccontare a tutti i partecipanti il proprio modello. Il ruolo del facilitatore qui è fondamentale in quanto egli non deve in alcun modo intervenire o influenzare il significato che i partecipanti danno alla loro creazione, ma deve unicamente spingere a riflettere sulle scelte compiute. Capita infatti che i modellini siano rappresentazioni metaforiche e non realistiche e che quindi abbiano un senso specifico per quella determinata persona.
L’approccio
Egli porrà delle domande ai vari membri del gruppo per far sì che essi motivino delle scelte che sembrano casuali, ma che in realtà riflettono ragioni e problematiche intrinseche o inconsce; ad esempio perché si è scelto quel colore, perchè quel mattoncino è stato messo in quella posizione o non è legato al resto, in che direzione guardano gli omini. Durante questa fase di condivisione tutti i partecipanti possono intervenire e commentare le risposte date dagli altri membri del gruppo. In alcuni casi alla fine viene creato un unico modello costituito dall’unione di tutti i modelli realizzati, per sviluppare la collaborazione e il lavoro di squadra, in quanto si dovranno decidere insieme la disposizione, le dimensioni del modello e così via.
Obiettivi e metodologia
È importante capire che non ci sono risposte sbagliate, gli aspetti fondamentali sono far sì che i partecipanti imparino ad aprirsi condividendo le proprie idee, che si sentano parte del gruppo e sviluppino un legame tra loro. Tutto ciò viene fatto attraverso la metodologia “learning by doing”, cioè imparare facendo, e attraverso il gioco, che permette di sviluppare la creatività e di eliminare le barriere della mente.
L’esperienza dei docenti del Cpia con LEGO® Serious Play®
Paidea ha deciso di sperimentare questa metodologia anche nelle scuole e di coinvolgere i docenti in questa attività di workshop. Ecco cosa è successo nell’incontro che ha visto partecipi sedici docenti del Cpia Napoli 1. Il laboratorio, della durata di 20 ore, ha permesso ai docenti di approcciarsi a questa metodologia formativa per poi riutilizzarla con i propri alunni.
Il primo incontro
Durante il primo incontro il facilitatore ha chiesto ai vari partecipanti di costruire una torre. Non è stata data nessuna indicazione aggiuntiva in modo che tutti potessero liberare la propria creatività, l’unica restrizione era che c’era un numero di bricks limitato tra cui scegliere.
Sorprendentemente nessuna torre era uguale alle altre e c’era chi aveva preferito realizzare un modellino fedele e realistico e chi invece aveva fatto una rappresentazione stilizzata o metaforica. Anche nella descrizione delle torri sono emerse delle differenze, alcuni si limitavano a indicare i colori utilizzati, altri invece descrivevano anche cosa c’era nella torre o dove loro stessi si trovavano nella torre. Questa prima fase era volta a familiarizzare con i mattoncini. In seguito hanno dovuto rappresentare “loro come docenti” e poi “il Cpia come luogo fisico”, questa volta senza alcune limitazione relativa ai mattoncini. La fase di condivisione ha messo in luce alcuni problematiche o difficoltà incontrate dai vari docenti, e ha fatto sì che essi ne discutessero insieme per cercare di trovare delle soluzioni.
I Passaggi chiave
Due sono stati i passaggi chiave: il primo è stato quello in cui si è chiesto di cambiare, aggiungere o eliminare qualcosa per far sì che la rappresentazione da negativa diventasse positiva o viceversa, per mostrare come il cambio di prospettiva ci fa vedere le cose in maniera diversa o come un semplice elemento possa ribaltare la situazione presente, inoltre anche per rendersi conto di quali siano i punti di forza e i punti deboli del proprio lavoro. Il secondo invece è stato quello in cui essi hanno dovuto selezionare il core del loro ultimo lavoro, cioè l’elemento più importante a cui non potevano rinunciare (che poteva essere anche tutto il modellino) e hanno dovuto realizzare un unico modellino che li comprendesse tutti.
Tutti i membri sono stati molto attivi nella partecipazione, anche se alcuni mostravano dei dubbi sul fatto che la scelta di determinati colori o il modo in cui essi erano stati posizionati avessero effettivamente un significato, imputando tutto al caso o magari al fatto che si poteva scegliere tra un numero limitato di pezzi per il primo esercizio.
Gli incontri successivi
Negli incontri successivi sono state poste altre sfide ai partecipanti, come ad esempio rappresentare l’episodio più spiacevole avvenuto in ambito lavorativo, oppure rappresentare le proprie classi e i propri alunni o ancora quali sono i compiti di un docente e quali sono i propri obiettivi come insegnanti. È stato utilizzato sempre lo stesso procedimento, alla fase di realizzazione del modello è seguita quella della descrizione e della condivisione, per poi concludere con commenti e osservazioni.
La risposta dei docenti
È importante notare come, nel corso dei vari incontri, l’atteggiamento dei docenti sia cambiato; essi si sono mostrati sempre più fiduciosi e hanno cercato di capirne i meccanismi per analizzare i propri lavori e quelli dei propri colleghi e hanno talvolta cercato di intuire quali sarebbero state le domande che il facilitatore avrebbe posto.
Hanno utilizzato le competenze acquisite nelle lezioni precedenti e si sono aperti sempre di più, parlando di esperienze personali e talvolta dando spazio ai loro sentimenti; ciò infatti è stato visibile anche nei loro lavori che hanno subito una maturazione.
Gli incontri nelle sedi carcerarie
Due incontri si sono tenuti presso le sedi carcerarie dell’Istituto. I docenti, con l’aiuto e il supporto del facilitatore, hanno utilizzato questa metodologia con i loro alunni per acquisire le competenze necessarie a permettergli di riprodurla in futuro, per favorire la sinergia del gruppo classe e l’integrazione di ogni suo membro. Essendo una realtà complicata in cui spesso risulta difficile integrarsi, sentirsi parte di un gruppo, esprimere le proprie emozioni, essere motivati a guardare al futuro o a impegnarsi nello studio, questa metodologia si è dimostrata particolarmente utile ed è stata accolta in maniera positiva dagli alunni. Molti di loro hanno colto l’occasione per parlare di sé e della propria famiglia. Da ciò si può intuire quanto questo metodo sia benefico, poiché permette ai docenti di conoscere meglio i propri alunni e di creare un rapporto più profondo con loro.
LEGO® Serious Play® come metodologia innovativa nella formazione
LEGO® Serious Play® è un nuovo modo di far raccontare e raccontarsi. Facendo leva sul gioco, riesce a liberare capacità e idee potenzialmente presenti in ognuno di noi. Attraverso la costruzione dei vari modellini riusciamo a comprendere tante cose su noi stessi in quanto analizziamo le nostre decisioni e facciamo un’analisi introspettiva che ci fa prendere coscienza di alcuni aspetti della realtà, che magari non avevamo ancora realizzato. Questo metodo ci permette anche di aprirci agli altri e di imparare a condividere le nostre idee, a fare lavoro di squadra, a cooperare con gli altri per trovare delle soluzioni efficaci, ad ascoltare, e a sentirci parte di un gruppo. La metodologia fondata sul gioco ci fa esprimere più liberamente e ci fa agire in modo più spontaneo, andando ad abbattere molte delle nostre barriere psicologiche, l’utilizzo delle metafore inoltre, facilita la trattazione e la risoluzione di difficili problematiche. Ogni persona dovrebbe acquisire tutte quelle competenze necessarie ad affrontare le sfide della società contemporanea: problem solving, collaborazione, comunicazione, capacità di superare eventi traumatici. Quindi, perchè non iniziare proprio dalla scuola?