Noam Chomsky, noto teorico della comunicazione, sostiene che il mondo sia cambiato negli ultimi cinquanta anni. Si è passati da una produzione di oggetti e rivendita degli stessi ad una vendita di servizi e beni. Questo fa sì che si spiani la strada per la professione per eccellenza del futuro: il programmatore.
Secondo la rivista Forbes, la figura del programmatore è la quarta più richiesta negli Stati Uniti. Si tratta di una figura con grandi possibilità di guadagno sia qualora si decida di lavorare da freelance, sia qualora si voglia essere assunto da un’azienda.
Lavorare sul web non è molto diverso dal mondo offline. In entrambi i casi c’è bisogno di studio per acquisire le giuste competenze, un buon livello di specializzazione e tanta gavetta.
Il settore digitale è in costante e continua ascesa, e ci sarà sempre più bisogno di professionisti legati al web.
Il programmatore è probabilmente una delle figure più ricercate dalle aziende e dal mercato. Il suo fabbisogno è destinato sicuramente ad accrescere nel corso degli anni di pari passo alla diffusione del digitale e numero di soggetti pubblici e privati che scelgono di investire sul web.
Il programmatore è, dunque, un professionista che si occupa di ideare, progettare e sviluppare applicazioni web, attraverso l’uso di un linguaggio di programmazione.
Così come per qualunque mestiere, anche per il programmatore, prima ancora delle competenze operative sono necessarie ed indispensabili una serie di soft skills ed attitudini caratteriali per intraprendere la professione scelta e svolgerla al meglio.
Prima di tutto è necessario imparare ad acquisire ordine mentale e metodo operativo. Sarebbe bene, dunque, imparare ad appuntare, catalogare e ordinare i compiti per livello di priorità. Fondamentale è saper gestire lo stress, avere buone capacità di problem solving, poichè non c’è progetto senza problemi e, per diventare ottimi programmatori, bisogna trovare soluzioni rapide per risolverli. Altre caratteristiche fondamentali sono la flessibilità e l’attitudine a lavorare in team. Sia se si è impiegati in un’azienda o in una Web Agency, sia se si decide di esercitare la libera professione, ci si ritroverà ad aver a che fare con figure affini. Ciò comporterà spunti di confronto ma anche scontri dovuti a diverse vedute e diversi percorsi di vita umana e lavorativa.
Un buon programmatore web, dunque, deve essere in grado di lavorare in maniera autonoma, visto che le sue competenze sono molto particolari. Al tempo stesso, però, deve essere capace di lavorare in team e di diventare parte integrante dell’intero progetto dell’azienda.
Ma, nello specifico, cosa fa un programmatore web?
Il programmatore informatico si occupa dello sviluppo delle pagine di un sito web. È colui che si occupa della creazione e del perfetto funzionamento di ogni singolo elemento che compare nelle pagine. Lavora con i linguaggi di programmazione per fare in modo che il sito funzioni bene.
Nella maggior parte delle grandi aziende, avviene uno scontro ideologico tra chi si occupa della comunicazione ed il programmatore web. Mentre figure come il marketer, ad esempio, in generale pensano a come deve essere strutturato il sito nel modo migliore dal punto di vista estetico, il programmatore pensa a come realizzarlo.
I migliori risultati si ottengono proprio quando si trova la giusta sinergia tra le idee del marketer e le esigenze del programmatore informatico. Quest’ultimo ha il compito di tradurre in realtà le idee della parte creativa dello staff, lavorando con il codice.
Al programmatore web non interessa se il sito è bello o se il messaggio è comunicato nel modo esatto.
Egli pensa esclusivamente al funzionamento delle pagine web.
Dunque la figura del programmatore web, nata con l’evoluzione del settore informatico, rappresenta molto più di qualunque altra figura, l’immagine del nuovo che avanza, del mondo digitale che conquista ogni settore del panorama aziendale e della comunicazione.